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first Italian language version

Linee Guida per la localizzazione Italiana

Al fine di ottenere una localizzazione consistente, tutti i volontari devono rispettare le seguenti regole, durante la traduzione in lingua Italiana dei testi ufficiali del Progetto Haiku:

Formattazione del testo

tutti i tag HTML utilizzati nella versione in lingua originale, non devono essere tradotti. Questa regola si applica anche ad altri formati di codificazione del testo (XML e non).

Ortografia

L’utente di Haiku deve potersi concentrare sul contenuto del documento: le incoerenze grafiche sono perciò da evitare. In particolare:

  1. Spaziatura: tra una parola e l’altra vanno usati esclusivamente spazi singoli, anche dopo il punto al termine di una frase. Fa eccezione l’apostrofo: non accetta spazi né prima ne dopo, tranne che in caso di troncamento della parola (esempi: «mo’» e «po’»).
  2. Segni di interpunzione: seguono direttamente la parola che li precede, senza spazi, e vanno separati dalla parola successiva con uno spazio. Questa regola si applica anche ai punti alla fine di una frase.
  3. Congiunzione «e»: la congiunzione «e» non può essere mai preceduta da una virgola, a meno che quest’ultima sia utilizzata per chiudere un inciso.
  4. Parentesi: le parentesi di apertura sono precedute da uno spazio e la parola successiva è attaccata ad esse. Il contrario vale per le parentesi di chiusura, mentre non va messo alcuno spazio tra queste ultime ed eventuali segni di punteggiatura. Inoltre, la punteggiatura del testo circostante va posta dopo la parentesi di chiusura e non all’interno delle parentesi.
  5. Virgolette: in Italiano gli apici (o virgolette singole), di uso comune in Inglese, non sono usati. Si usano invece le virgolette doppie, che possono essere alte (" ") o basse (« »). Nel contesto di Haiku (e più in generale, in informatica), le virgolette alte possono costituire parte integrante delle istruzioni che l’utente impartisce all’elaboratore. Per facilitare la comprensione del testo è perciò opportuno usare solo virgolette basse.
  6. Incisi: gli incisi, di uso frequente in Inglese, sono introdotti con uno o due trattini («-» oppure «--»): queste forme sono rese in Italiano con le virgole o con i due punti.
  7. Maiuscole: in Italiano il carattere che segue il punto è sempre maiuscolo. Perciò l’uso (comune in Inglese) di porre tutte le lettere iniziali delle parole componenti un titolo in maiuscolo è da considerarsi un errore. Fanno eccezione i nomi delle applicazioni: in quanto nomi propri di cose, non occorre trasformare a maiuscola la prima lettera nel caso in cui il nome compaia all’inizio della frase.
  8. Caratteri speciali: Haiku supporta la codifica dei caratteri Unicode. Non è perciò necessario simulare caratteri e simboli speciali mediante specifiche stringhe di carattere. Ad esempio il simbolo del diritto d’autore (Copyright) va rappresentato con «©» in luogo della stringa «(c)».
  9. Accenti: Le vocali accentate vanno sempre espresse utilizzando l’apposita codifica («à», «è», «é», «ì», «ò» , «ù» oppure «À», «È», «É», «Ì», «Ò» , «Ù»). L'uso di una vocale seguita da un apostrofo («’») o da un apice inverso «`» per simboleggiare una vocale accentata, non è ammesso. L’accento acuto sulla vocale «e» va utilizzato solo per «né", «sé» e, in generale, tutti i vocaboli che terminano in «ché» (tra cui «perché», «affinché» e «poiché»). Solo i seguenti monosillabi possono avere l’accento: «dà», «sé», «tè», «lì», «là», «sì», «né».
  10. Lettera «acca»: in Italiano compare solo a fine parola, oppure tra due vocali, oppure nel verbo avere, oppure nei casi in cui occorre scrivere «gh» e «ch». In tutti gli altri casi è errore.
  11. Elisione: quando una vocale finale non accentata si trova davanti a una parola che inizia per vocale o per la lettera «h», allora può essere sostituita da un apostrofo. Esempi comuni di elisione sono: «va' a casa» (in luogo di «vai a casa»).
  12. Apòcope: è possibile troncare l’ultima sillaba di una parola quando la sua penultima sillaba finisce per «l», «r» oppure «n» e la parola successiva non inizia per «s», «z», «x», «gn». In questi casi, l’uso dell’apostrofo non è ammesso, tranne che per le parole «poco» e «modo». Ad esempio, in luogo di «quale è» si può utilizzare «qual è» ma non «qual'è».
  13. Forme eufoniche: quando le congiunzioni «e», «o» e la preposizione «a» sono seguite da una parola che inizia per vocale, si deve utilizzare la corrispondente forma eufonica, ovvero «ed», «od», «ad», rispettivamente.

Lessico

  1. Acronimi e termini tecnici: non si traducono mai, salvo specifiche eccezioni indicate nel Glossario. I termini tecnici vanno inoltre lasciati nella loro forma singolare e priva di flessioni. Ad esempio, «mouse» non si traduce con «topo» e il suo plurale («mice») si traduce sempre come «mouse».
  2. Numeri: i valori inferiori o pari a dieci vanno tradotti in lettere, mentre per i valori superiori si usano le cifre. Eccezione: i numeri compresi nella stessa frase si scrivono in cifre se almeno uno di essi è superiore a dieci.
  3. Italianizzazioni (c.d. «Inglese maccheronico»): l’uso di termini stranieri «italianizzati» (come «settare», «rebootare», «upgradare») è errato. Vanno usati i termini esattamente equivalenti in Italiano (come «impostare», «riavviare», «aggiornare») e si possono utilizzare parafrasi solo quando tali termini non esistono. Ad esempio: «to ping» non si traduce come «pingare» ma come «eseguire il ping», in quanto l'Italiano non ha un termine esattamente equivalente («sondare», pur avendo un significato analogo a «to ping», non è quasi mai usato in ambito informatico).
  4. Forma verbale: in Inglese i testi sono generalmente costruiti usando forme colloquiali, personali o attive rivolgendosi direttamente a chi legge («You can remove the CD, now.») e possono contenere convenevoli come «Please», «Sorry» o «You can», specialmente quando si verificano errori o altri eventi inattesi per l’utente. In Italiano invece si devono usare forme impersonali (o passive) e autoconsistenti, al fine di consentire a chi legge la rapida comprensione di cosa stia accadendo e le azioni che deve compiere («Rimuovere il CD dal lettore»). L’uso del «si» impersonale nelle interfacce utente è inoltre fortemente sconsigliato in quanto tende a rendere le frasi lunghe e poco scorrevoli: in questi casi sarebbe meglio usare l’infinito.
  5. Gerundio: in Inglese sono spesso presenti verbi posti al gerundio («Ejecting CD») che nella traduzione letterale in Italiano perderebbero di significato («Espellendo il CD»). In questi casi occorre sostantivizzare l’azione («Espulsione del CD in corso»). Se la sostantivizzazione produce una frase lunga o poco scorrevole, si deve usare l'infinito: ad esempio «Error while installing Haiku» sarà reso come «Errore nell’installare Haiku» anziché «Errore durante l’installazione di Haiku».
  6. Disgiunzioni non esclusive: in Inglese la congiunzione «or» assume normalmente un significato di mutua esclusione («aut...aut…» od EXOR logico) e si usa l’espressione «and/or» per indicare la possibilità che due eventi possano o verificarsi entrambi oppure almeno uno («vel» od OR logico). In Italiano, «and/or» è da sostituirsi con la congiunzione «o», mentre «or» è resa con la forma «o…o…». Ad esempio «This and/or that» sarà reso come «Questo o Quello», mentre «This or That» dovrà diventare «o Questo o Quello».
  7. Esclamazioni, interrogazioni e domande retoriche: l’uso di queste frasi potrebbe non conferire ad un documento tecnico, un sistema operativo o ad un’applicazione l’immagine di professionalità e di serietà normalmente attese da chi ne usufruisce. Si devono usare forme affermative impersonali.
  8. Lunghezza delle frasi: l'uso di frasi brevi e legate tra loro in sequenza, comune in Inglese, è considerato un pessimo esempio stilistico in Italiano. Pertanto è consigliabile cercare di unire queste frasi, articolandole in proposizioni principali e subordinate.
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