Linee Guida per la localizzazione Italiana
Al fine di ottenere una localizzazione coerente, tutti i volontari sono invitati a tenere conto delle seguenti Linee Guida, relative a:
- Formattazione del testo
- Ortografia
- Lessico
Formattazione del testo
- I tag HTML/XML utilizzati nella versione in lingua originale non devono essere tradotti. Questa regola si applica anche ad altri formati di codificazione del testo.
Ortografia
- Spaziatura: tra una parola e l’altra vanno usati esclusivamente spazi singoli, anche dopo il punto al termine di una frase. Fa eccezione l’apostrofo: non accetta spazi né prima ne dopo, tranne che in caso di troncamento della parola («mo’» e «po’»).
- Segni di interpunzione: seguono direttamente la parola che li precede, senza spazi, e vanno separati dalla parola successiva con uno spazio. Questa regola si applica anche ai punti alla fine di una frase.
- Congiunzione «e»: la congiunzione «e» non può essere mai preceduta da una virgola, a meno che quest’ultima sia utilizzata per chiudere un inciso.
- Parentesi: le parentesi di apertura sono precedute da uno spazio e la parola successiva è attaccata ad esse. Il contrario vale per le parentesi di chiusura, mentre non va messo alcuno spazio tra queste ultime ed eventuali segni di punteggiatura. Inoltre, la punteggiatura del testo circostante va posta dopo la parentesi di chiusura e non all’interno delle parentesi.
- Virgolette: in Italiano gli apici (o virgolette singole), di uso comune in Inglese, non sono usati. Si usano invece le virgolette doppie, che possono essere alte (" ") o basse (« »). Nel contesto di Haiku (e più in generale, in informatica), le virgolette alte possono costituire parte integrante delle istruzioni che l’utente impartisce all’elaboratore. Per facilitare la comprensione del testo è perciò opportuno usare solo virgolette basse.
- Incisi: gli incisi, di uso frequente in Inglese, sono introdotti con uno o due trattini («-» oppure «--»): queste forme sono rese in Italiano con le virgole o con i due punti.
- Maiuscole: in Italiano il carattere che segue il punto è sempre maiuscolo. Perciò l’uso anglosassone di porre tutte le lettere iniziali delle parole componenti un titolo in maiuscolo è da considerarsi un errore. Fanno eccezione i nomi delle applicazioni: in quanto nomi propri di cose, non occorre trasformare a maiuscola la prima lettera del nome stesso nel caso in cui sia preceduta da un punto.
- Caratteri speciali: Haiku supporta la codifica dei caratteri Unicode. Non è perciò necessario simulare caratteri e simboli speciali mediante specifiche stringhe di carattere.
«(c)» -> Errato « © » -> Corretto
- Accenti: Le vocali accentate vanno sempre espresse utilizzando l’apposita codifica («à», «è», «é», «ì», «ò» , «ù» oppure «À», «È», «É», «Ì», «Ò» , «Ù»). L'uso di una vocale seguita da un apostrofo («’») o da un apice inverso («`») per simboleggiare una vocale accentata, non è ammesso. L’accento acuto sulla vocale «e» va utilizzato solo per «né», «sé» e, in generale, tutti i vocaboli che terminano in «ché» (tra cui «perché», «affinché» e «poiché»). Solo i seguenti monosillabi possono avere l’accento: «dà», «sé», «tè», «lì», «là», «sì», «né».
- Lettera «acca»: in Italiano compare solo a fine parola, oppure tra due vocali, oppure nel verbo avere, oppure nei casi in cui occorre scrivere «gh» e «ch». In tutti gli altri casi è errore.
«bhè», «hah» -> Errato «beh», «aha» -> Corretto
- Elisione: quando una vocale finale non accentata si trova davanti a una parola che inizia per vocale o per la lettera «h», allora può essere sostituita da un apostrofo.
«vai a casa» = «va' a casa» -> Corretto
- Apòcope: è possibile troncare l’ultima sillaba di una parola quando la sua penultima sillaba finisce per «l», «r» oppure «n» e la parola successiva non inizia per «s», «z», «x», «gn». In questi casi, l’uso dell’apostrofo non è ammesso, tranne che per le parole «poco» e «modo».
«quale è» = «qual'è» -> Errato «quale è» = «qual è» -> Corretto
- Forme eufoniche: quando le congiunzioni «e», «o» e la preposizione «a» sono seguite da una parola che inizia per vocale, si deve utilizzare la corrispondente forma eufonica, ovvero «ed», «od», «ad», rispettivamente.
Lessico
- Acronimi e termini specialistici: non si traducono mai, salvo specifiche eccezioni indicate nel Glossario. I termini specialistici vanno inoltre lasciati nella loro forma singolare e priva di flessioni. Ad esempio, «mouse» non si traduce con «topo» e il suo plurale («mice») si traduce sempre come «mouse».
«a computer mouse», «plug some mice in any USB port» = «un topo per computer», «inserisci dei topi in una porta BSU» -> Errato «a computer mouse», «plug some mice in any USB port» = «un mouse per computer», «inserisci dei mouse in una porta USB» -> Corretto
- Numeri: i valori inferiori o pari a dieci vanno tradotti in lettere, mentre per i valori superiori si usano le cifre. Eccezione: i numeri compresi nella stessa frase si scrivono in cifre se almeno uno di essi è superiore a dieci.
- Italianizzazioni (c.d. «Inglese maccheronico»): l’uso di termini stranieri «italianizzati» è errato. Vanno usati i termini esattamente equivalenti in Italiano e l'uso di parafrasi è limitato ai casi in cui tali termini non esistano. Occorre verificare se il termine esattamente equivalente è di uso corrente in ambito informatico e in Haiku.
«to set», «to reboot», «to upgrade» = «settare», «rebootare», «upgradare» -> Errato «to set», «to reboot», «to upgrade» = «impostare», «riavviare», «aggiornare» -> Corretto «to ping» = «pingare» -> Errato «to ping» = «eseguire un ping» -> Corretto «to ping» = «sondare» -> Corretto, ma non di uso corrente «computer», «server», «cliente» = «elaboratore», «servente», «cliente» -> Corretti, ma non di uso corrente «daemon» = «demone» -> Errato, è un termine gergale UNIX e non Haiku «daemon» = «server» -> Corretto
- Forma verbale: in Inglese i testi sono generalmente costruiti usando forme colloquiali, personali o attive rivolgendosi quindi direttamente a chi legge e possono inoltre contenere convenevoli («Please», «Sorry» o «You can»), specialmente quando si verificano errori o altri eventi inattesi per l’utente. In Italiano invece si devono usare forme impersonali (o passive) e autoconsistenti, al fine di consentire a chi legge la rapida comprensione di cosa stia accadendo e le azioni che deve compiere. L’uso del «si» impersonale nelle interfacce utente è fortemente sconsigliato in quanto può rendere le frasi lunghe e poco scorrevoli: in questi casi sarebbe meglio usare l’infinito.
«You can remove the CD, now.» = «Ora puoi rimuovere il CD» -> Errato «You can remove the CD, now.» = «Rimuovere il CD dal lettore» -> Corretto «You can remove the CD, now.» = «Si prega cortesemente di rimuovere il CD dal lettore» -> Corretto, ma fortemente sconsigliato
- Gerundio: in Inglese sono spesso presenti verbi posti al gerundio che nella traduzione letterale in Italiano perderebbero di significato. In questi casi occorre sostantivizzare l’azione, evitando di produrre frasi lunghe o poco scorrevoli.
«Installing Haiku» = «Installando Haiku» -> Errato «Installing Haiku» = «Installazione di Haiku in corso» -> Corretto
- Disgiunzioni non esclusive: in Inglese la congiunzione «or» assume normalmente un significato di mutua esclusione («aut...aut…» od EXOR logico) e si usa l’espressione «and/or» per indicare la possibilità che due eventi possano verificarsi o entrambi oppure uno solo («vel» od OR logico). In Italiano, «and/or» è da sostituirsi con la congiunzione «o», mentre «or» è resa con la forma «o…o…».
«This and/or that» = «Questo e/o quello» -> Errato «This and/or that» = «Questo o quello» -> Corretto «This or that» = «Questo o quello» -> Errato «This or that» = «O questo o quello» -> Corretto
- Esclamazioni, interrogazioni e domande retoriche: l’uso di queste frasi potrebbe non conferire ad un documento tecnico, un sistema operativo o ad un’applicazione l’immagine di professionalità e di serietà normalmente attese da chi ne usufruisce. Si devono usare forme affermative impersonali.
- Lunghezza dei periodi: l'uso anglosassone di costruire periodi brevi e legati tra loro in successione è considerato un pessimo esempio stilistico in Italiano. Pertanto è opportuno unire queste frasi, articolandole in proposizioni principali e subordinate.
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10 years ago
Last modified on Dec 7, 2014, 10:18:49 AM
Note:
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